Perchè il Tui Shou è indispensabile nel Tai Chi Chuan

Perchè il Tui Shou è indispensabile nel Tai Chi Chuan

note di Gabriele Filippini 

Maestri yang Ling Shen e Casarella Tui Shou
I Maestri Yang Lin Sheng e Antonello Casarella

Le arti marziali “interne”  ,Tai Chi Chuan ed Yi Quan, praticate nei corsi organizzati a Brescia da Wu Wei, condividono una particolare metodica di allenamento chiamata Tui Shou che significa letteralmente spingere (tui) le mani (shou).Si tratta di una tecnica nella quale le nostre mani vengono utilizzate per prendere contatto e spingere il compagno realizzando una ben precisa modalita’ di comunicazione sensoriale che sviluppa al massimo le sensazioni di contatto e la consapevolezza di postura, movimento ed energia. Grazie all’esercizio costante, di questa pratica, è possibile sviluppare una serie di importanti qualità fisiche ed energetiche basate sulla attivazione di una speciale forza elastica del corpo.

Nell’esecuzione pratica i due partners si pongono l’uno di fronte all’altro con l’obiettivo di sbilanciarsi reciprocamente utilizzando il contatto degli arti superiori ed eventualmente delle spalle e dei fianchi. Scopo della tecnica e’ sperimentare la possibilità, molto concreta, di interagire con una forza esterna senza per questo perdere il controllo della propria postura e del proprio radicamento al terreno. Ognuno dei due praticanti prende contatto stabilmente con il suolo ed utilizza la propria colonna vertebrale come asse dinamico attorno al quale fare fluire efficacemente le forze e le tensioni interne ed esterne coinvolte nel “gioco” stesso. Il Tui Shou consente in questo modo di verificare e correggere immediatamente squilibri e rigidita’ posturali evidenziati dalla maggior efficacia che conferiscono all’azione di “attacco” del compagno di fronte a noi. Non dimentichiamo comunque che l’esercizio viene in realtà praticato con spirito di grande collaborazione in quanto e’ proprio la reciproca attenzione e disponibilità che lo rende tanto efficace.

Questo tipo di allenamento stimola inoltre in modo metaforico nuove risorse utilizzabili nel contesto della vita quotidiana, infatti la protezione del nostro “centro”, al quale possiamo attribuire di volta in volta simbologie personali di tipo lavorativo, affettivo o quant’altro, diviene possibile solo grazie ad un atteggiamento allo stesso tempo morbido e vigoroso che ci consenta di ricevere gli stimoli -simbolicamente le “spinte” – e di integrarli nella nostra struttura. Utilizziamo volutamente il termine struttura che possiamo riferire sia all’ aspetto prettamente fisico del corpo oppure traslare facilmente ai concetti di struttura psichica superficiale e profonda. Il Tui Shou consente quindi al nostro corpo di imparare una nuova strada per risolvere le difficoltà, sia che si tratti di confronto fisico che di situazioni impegnative dal punto di vista psicologico od emotivo.

Non dimentichiamo inoltre che questa pratica consente di sperimentare le qualità sviluppate con l’esercizio singolo, tipicamente la forma nel Tai Chi Chuan, e di correggere eventuali errori posturali di equilibrio difficilmente individuabili altrimenti. Concludiamo queste brevi considerazioni ricordando come l’esercizio a coppie consenta di sviluppare due importanti qualità profondamente connesse alla filosofia taoista: lo Spazio e il Centro.

LO SPAZIO. Lo spazio e’ prima di tutto la capacità propria del vuoto di accogliere tutto ciò che proviene dall’esterno. Spazio e’ quindi il “vuoto” interno della bottiglia, il foro della ruota dove alloggia il mozzo e, soprattutto, il cosiddetto “vuoto del cuore” – Xin XU –  che e’ la capacità della nostra mente (del nostro Spirito, direbbero i taoisti) di mantenersi tranquilla e fluida in modo da accogliere qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno. Si tratta di raggiungere uno stato di estrema ricettività unito alla libertà di scegliere cosa trattenere e cosa rifiutare tra la molteplicità di proposte che la realtà esterna ci offre. Da un punto di vista più immediatamente pragmatico per spazio intendiamo la nostra sensazione di presenza e di controllo relativa ad certo luogo in un certo tempo. E’ la sensazione multisensoriale di presenza e attenzione totale modulabile grazie alla pratica costante delle Art Marziali interne..

 

IL CENTRO. Chiamiamo centro il nostro punto di riferimento. Strutturalmente il centro del corpo e’ la colonna vertebrale, l’asse che consente di muoverci liberamente, allo stesso modo possiamo considerare come centro del corpo il basso ventre sede del nostro baricentro. Quindi il centro e’ il punto, la zona da cui cominciamo a misurare la “realtà”, il nostro territorio fisico e psichico, il nostro spazio. Ricollegandoci ai concetti precedentemente esposti consideriamo il centro come punto di partenza e di riferimento del nostro spazio.E’ la nostra zona di sicurezza, la nostra roccaforte fisica e psichica che, come il nostro cuore non può o meglio non dovrebbe essere violata.

E, per concludere, eccovi una magistrale esecuzione di Tui Shou eseguito dal Maestro Yang Lin Sheng con il Maestro Gigi Ke in occasione di un seminario organizzato dalla ASKT nel marzo 2012

Tai Chi Chuan, Via per l’Armonia
Taijiquan (Tai Chi Chuan) significa “stile di combattimento (quan) basato sul supremo fondamento (Taiji)’’. Ciò significa che in questo stile è fondamentale rispettare i princìpi  di alternanza delle energie basilari dell’universo come descritte dalla filosofia taoista che individua nella armonia degli opposti la fonte di qualsiasi vero equilibrio vitale. Questa particolarissima tecnica psico-corporea riunisce in sé le caratteristiche delle arti marziali cinesi, della meditazione e delle pratiche per il mantenimento e l’incremento della salute.
gabriele Filippini Taijiquan
M. Gabriele Filippini
La storia del Taijiquan vede la prima data certa intorno al 1630 d.c. quando il generale Chen Wan Ting, ritiratosi dalla vita attiva codifica questa arte marziale nella quale, oltre alle tecniche di combattimento, inserisce modalità di allenamento particolarmente utili allo sviluppo di quella che la tradizione cinese definisce “energia interna” termine di difficile interpretazione ma che possiamo assimilare da un lato all’incremento di salute e lunga vita, dall’altro alla capacità di sviluppare straordinarie caratteristiche di forza ed agilità. Il raggiungimento di questo livello particolare di abilità ha portato nei secoli allo sviluppo del Tai Chi Chuan come lo conosciamo attualmente nel quale l’abilità marziale è funzionale al raggiungimenti di un più ampio concetto di benessere psico fisico nel praticante. Gran parte della pratica del Taiji si basa sull’esecuzione di movimenti lenti e circolari il che lo rende adatto alle caratteristiche fisiche di qualsiasi persona, anche anziana.
La Medicina Tradizionale Cinese considera mente e corpo come entità strettamente interrelate; la mente può quindi agire per la guarigione del corpo e quest’ultimo può collaborare alla pacificazione della psiche. Su questi principi di base si fondano i movimenti lenti e armoniosi del Taiji, nei quali la morbidezza del corpo è unita alla totale concentrazione sul gesto effettuato. In questo modo, tramite una pratica paziente e continua è possibile riottenere l’equilibrio complessivo dell’individuo.
Equilibrio energetico che si basa sullo sviluppo di alcune particolari qualità che possiamo definire radicamento, spazio, centratura.
Radicamento
Per Radicamento intendiamo la capacità di percepire ed utilizzare il contatto con il terreno.
Gli esercizi consentono di aumentare la sensazione di stabilità ed equilibrio connessa ad un corretto uso degli arti inferiori; in questo modo lo studente il praticante sperimenta una accresciuta sensazione di sicurezza che consente di riconoscere ogni ambiente e circostanza come proprio. Il grande sviluppo della propriocezione (senso dell’equilibrio) derivante dall’allenamento trova riscontro nei molti lavori scientifici che testimoniano la diminuzione dell’incidenza dei traumi da caduta negli anziani che praticano il Taijiquan rispetto a gruppi di controllo.
Spazio e Centro
Con gli esercizi per lo sviluppo di Spazio e Centro arriviamo realmente al cuore della pratica del Qigong e quindi riteniamo opportuno chiarire cosa intendiamo con questi concetti.
Lo Spazio è prima di tutto la capacità propria del vuoto di accogliere tutto ciò che proviene dall’esterno. Spazio è quindi il “vuoto” interno della bottiglia, il foro della ruota dove alloggia il mozzo e, soprattutto, il cosiddetto “vuoto del cuore” – Xin XU  che è la capacità della nostra mente di mantenersi tranquilla e fluida in modo da accogliere qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno. Si tratta di raggiungere uno stato di estrema recettività unito alla libertà di scegliere cosa trattenere e cosa rifiutare tra la molteplicità di proposte che la realtà esterna ci offre.
Da un punto di vista immediatamente pragmatico per spazio intendiamo la nostra sensazione di presenza e di controllo relativa ad certo luogo in un certo tempo. E’ la sensazione multisensoriale di presenza e attenzione totale modulabile grazie alla pratica costante del Qigong.
Chiamiamo Centro il nostro punto di riferimento.
Strutturalmente il centro del corpo è la colonna vertebrale, l’asse che consente di muoverci liberamente, allo stesso modo possiamo considerare come centro del corpo il basso ventre, sede del nostro baricentro.
Quindi il centro e’ il punto, la zona da cui cominciamo a misurare la “realtà”, il nostro territorio fisico e psichico, il nostro spazio. Ricollegandoci ai concetti precedentemente esposti consideriamo il centro come punto di partenza e di riferimento del nostro spazio. E’ la nostra zona di sicurezza, la nostra roccaforte fisica e psichica e nostro obiettivo è imparare a percepirla e a difenderla.
Oltre agli esercizi effettuati individualmente questa arte marziale è caratterizzata dalla pratica di numerosi esercizi a coppie che consentono di sperimentare ed apprendere con maggiore rapidità ed efficacia i concetti proposti. Questi esercizi vengono definiti “spinta delle mani”, in cinese Tui shou.
IL TUI SHOU
Tui Shou significa letteralmente spingere (tui) mano (shou); si tratta di una tecnica nella quale le nostre mani vengono utilizzate per prendere contatto con il compagno di allenamento. I praticanti si pongono l’uno di fronte all’altro con l’obiettivo di sbilanciarsi reciprocamente utilizzando esclusivamente il contatto degli arti superiori.

<

Maestri yang Ling Shen e Casarella Tui Shou
I Maestri Yang Lin Sheng e Antonello Casarella
Scopo della tecnica è sperimentare la possibilità, molto concreta, di interagire con una forza esterna senza per questo perdere il controllo della propria postura e del proprio radicamento al terreno. Ognuno dei due praticanti si radica stabilmente al suolo ed utilizza la propria colonna vertebrale come asse dinamico attorno al quale fare fluire efficacemente le forze e le tensioni interne ed esterne coinvolte nel “gioco” stesso.
Il Tui Shou consente in questo modo di verificare e correggere immediatamente squilibri e rigidità posturali evidenziati dalla maggior efficacia che conferiscono all’azione di “attacco” del compagno di fronte a noi. Non dimentichiamo comunque che l’esercizio viene in realtà praticato con spirito di grande collaborazione in quanto è proprio la reciproca attenzione e disponibilità che lo rende così efficace. Si tratta di una pratica assolutamente sicura, una sorta di gioco effettuato nel reciproco rispetto. Questo tipo di allenamento rappresenta una straordinaria metafora della vita; infatti la protezione del nostro “centro”, al quale possiamo attribuire di volta in volta simbologie personali di tipo lavorativo, affettivo o quant’altro, diviene possibile solo grazie ad un atteggiamento allo stesso tempo morbido e vigoroso che ci consenta di ricevere gli stimoli -simbolicamente le “spinte” – e di integrarli nella nostra struttura. Utilizziamo volutamente il termine struttura che possiamo riferire all’aspetto prettamente fisico del corpo oppure traslare immediatamente ai concetti di struttura psichica superficiale e profonda.
Il Taijiquan si presenta quindi come una pratica completa grazie alla quale lo sviluppo dell’efficienza fisica si integra con il benessere mentale, non a caso, attualmente è l’arte marziale con maggiore difusione a livello mondiale.